C’è una guerra, antica e moderna e poi c’è la trincea…e da lì non ci si muove. E’ Natale, il primo Natale di quel conflitto e centinaia, forse migliaia di soldati decidono di fermarsi, per qualche ora, per qualche giorno…in alcune zone anche per qualche settimana.
E questi che erano nemici ora si scambiano regali, fraternizzano, cantano e pregano insieme. E’ successo davvero!
E poi c’è Victòr che insieme alla sua pipa diventa Pipa…scrive, scrive, scrive lettere…è un soldato, poi c’è Sigaretta che è Sigaretta e basta! Scommette, parla con topi e pulci. Pure lui è un soldato. E poi c’è un narratore…e la Belle Époque, la finale dei mondiali di calcio del ‘66, l’attentato di Sarajevo, i Beatles, la fine della Grande Guerra, un pallone da football ed un caporale boemo con due baffetti neri… …ma soprattutto c’è una domanda, ma anche più di una: Cosa spinse questi soldati ad interrompere spontaneamente l’assurdità della guerra? Non c’è una risposta o forse ce n’è una per ogni protagonista di quel “deplorevole” episodio. Come si arrivò alla follia di una pace non concordata?…cosa accadde dopo?
“Restarono tutti fermi impalati a guardarlo quel matto che usciva, lo seguirono con lo sguardo passo dopo passo da dietro a quei buchi fatti apposta per vedere fuori dalla trincea. Qualcuno, forse tutti, si aspettavano che prima o poi un colpo partisse e lui andasse a fare compagnia agli altri morti… Nessuno sparò!”
Daniele Stoppani e Bruno Meneghelli conoscevano questa storia da anni, poi il centenario di quell’evento gli ha dato la spinta per entrare dentro questa vicenda e l’hanno fatto mischiando narrazione con prosa perché, secondo loro, servivano più punti vista, più linguaggi per poterla raccontare.
Il ricavato, al netto di costi di organizzazione, sarà devoluto a favore di:
− Fondazione Gigi Ghirotti Genova ETS (autorizzazione n. 1 del 2/1/2023)
− La Band degli Orsi