La strada verso la realizzazione dei propri sogni è un sentiero impervio. Che uno voglia fare l’attore, il regista, il pittore, il designer, lo sviluppatore di App o qualsiasi altra cosa, compromessi e brutti scontri con la realtà sono all’ordine del giorno.
Con «Grasse Risate, Lacrime Magre!» i Blusclint fanno del mondo del Teatro uno specchio delle possibilità di realizzazione ed espressione negate alle giovani generazioni.
Lo spettacolo sbeffeggia i luoghi comuni del teatro e i suoi stereotipi, sviscerando con cattiveria il mestiere dell’attore in quattro quadri, più Prologo ed Epilogo. L’attore felice di recitare nella TV commerciale lotta contro il compagno che vorrebbe fare teatro serio; il giovane regista cerca di piazzare le sue idee su un mercato che prevede solo commedie brillanti e classici con bellocce televisive; due vecchi amici del liceo, uno fa il dentista e l’altro l’artista di strada, in una visione ribaltata della realtà alla Monty Phyton; il dramma di dover scegliere tra famiglia e vita comoda e un’esistenza senza punti fermi e solitaria.
Poiché quello dell’attore è un lavoro come un altro, lo spettacolo trova consensi e risate anche tra chi fa un mestiere diverso ma si riconosce nelle dinamiche che Faroni e Paroni portano in scena in un susseguirsi di scene divertenti, a tratti esilaranti, dove i due attori/registi/autori si scambiano vicendevolmente il ruolo di buono/cattivo, pratico/idealista, affermato/fallito con grande versatilità e capacità mimetica.